Le belle addormentate; un mondo senza donne

paginerecensioni-belle-addormentate-king

Le Belle Addormentate; Un Mondo Senza Donne – Sleeping Beauties – di Stephen e Owen King.

 

Sleeping Beauties, le belle addormentate, è la prima collaborazione letteraria tra il re indiscusso della letteratura horror (e non solo) Stephen King, e il figlio Owen. L’attesa intorno a questo romanzo è stata tanta e il successo negli Stati Uniti, neanche a dirlo, notevole, quasi la curiosità fosse stata alimentata dalla speranza, covata in migliaia di fans e lettori, di poter continuare per qualche decennio ancora ad immergersi nelle storie inquietanti e magistralmente scritte dal maestro del Maine, nonostante la sua età ormai avanzata; il figlio Owen sarà all’altezza del grande padre, riuscirà a ricreare per i suoi innumerevoli lettori quelle atmosfere magiche e quei mondi alternativi che hanno per decenni arricchito e reso più interessante quello in cui viviamo quotidianamente? Adesso ci arriviamo, un passo alla volta…

Nessun dorma; dormire è come morire.

Nella bella cittadina di Dooling, nel West Virginia, la proverbiale tranquillità viene meno quando una donna misteriosa di nome Evie, viene arrestata dallo sceriffo Lila Norcross per aver brutalmente assassinato due spacciatori; quello che lascia esterefatto anche il marito di Lila, Clint, psichiatra della prigione femminile in cui l’assassina viene rinchiusa, è che Evie ha ucciso con facilità e a mani nude… Certo non può immaginare, e non possono farlo nemmeno le detenute pazze e drogate, quelle in realtà innocenti ma sfortunate, le guardie del carcere tra cui Peters il pervertito, i fratelli Griner in attesa di giudizio ma solo per poco, tutta Dooling e il mondo intero, che quella donna bellissima può comandare ai ratti, circondarsi di nugoli di falene, e persino dormire riuscendo a risvegliarsi… Perché, direte voi, che c’è di strano nel dormire e risvegliarsi? Chiedetelo a tutte le donne che da quando Evie è comparsa a Dooling si sono addormentate; forse non ci riuscirete, perché nessuna di loro, né in quel paese né in qualsiasi altro luogo del mondo, si è più svegliata da allora.

Mondo parallelo e poetica di King.

Quello dell’esistenza di un mondo parallelo, terribile e innominabile, o al contrario sereno, migliore di quello conosciuto, come in questa storia, è un tema ricorrente in King, che nel corso degli anni e nel succedersi dei suoi lavori lo ha trattato sovente dimostrando un debole per tale fantasia che lui, probabilmente, ritiene più una possibilità tangibile che un’invenzione, raggiungendo livelli immaginativi e di fascino eccelsi in La Storia di Lisey. Pensare di addormentarsi e svegliarsi nello stesso posto ma in un’epoca diversa o anche uguale, con le cose che però sono andate in un altro modo, apre scenari inaspettati e carichi di possibilità, sia per chi scrive che per chi legge, e fa sorgere le inevitabili domande esistenziali sul senso della vita, sulla sopravvivenza, ma anche su cosa sia meglio tra il prima e il dopo, per noi, ma soprattutto per chi amiamo e forse abbiamo perso.

Senza femminilità nessun mondo possibile.

Il tema veramente originale, la novità di questa invenzione Kinghiana però, è quello della frantumazione di quel rapporto imprescindibile tra uomo e donna che fin dai suoi albori ha portato avanti il mondo: la possibilità che tutte le donne del pianeta svaniscano, addormentate o meno, lasciando ogni padre, marito e figlio alla mercé di un destino privo di amore romantico, orfano di quella sensibilità a volte inestimabile nell’appianamento delle piccole dispute così come di quelle importanti quali i conflitti e le guerre, porta gli autori a smascherare un loro punto di vista che difficilmente si può non condividere, e cioè che prima dell’ovvia estinzione, dovuta alla mancanza del ventre materno, il mondo maschile si inabisserebbe nella violenza e nella prevaricazione dell’uomo sull’uomo…

Giudizio sospeso per il figlio del Re.

In conclusione ho il dovere di rispondere alla saliente domanda posta nella prima parte di questa recensione: riuscirà il buon Owen a rispolverare e portare avanti l’inimitabile letteratura del grande padre? La risposta sta tutta nell’analisi di Sleeping Beauties, le belle addormentate: la prima parte del romanzo è avvincente e ricca, i personaggi vengono delineati magnificamente e i tempi sono perfetti, non c’è alcuna fretta nel cucinare una pietanza che il cuoco esperto sa per esperienza che verrà saporita; la seconda parte, pur ovviamente avvincente essendoci l’apice dell’azione e la relativa conclusione, appare però un poco debole, addirittura frettolosa nel finale, tanto da risultare fastidiosamente poco originale, quasi scontata. Conoscendo la prosa del Re sono abbastanza sicuro che la prima parte sia farina del suo sacco, mentre la seconda sia più appannaggio dello scrittore meno esperto, che ancora privo dell’agio e del piacere della creazione sente l’assillo di arrivare a un punto, cercando di sopperire alla fretta aggiungendo pensieri, considerazioni, anche pretesi sketches comici che risultano invece senza contesto, estraniati dalla storia e dunque inutili, pecche difficilmente imputabili alla maestria stilistica di Stephen, a cui è capitato di dilungarsi ma mai di andare fuori contesto e men che meno mancare il bersaglio dello humor. L’altro punto debole dell’ultima parte sta nel suo dipingere il ritratto del mondo femminile con pennellate ostentatamente edificanti, tanto da risultare quasi stucchevole; papà King lascia che siano i fatti narrati a formare nel lettore un giudizio preciso, senza bisogno di imboccarlo con fastidiose cucchiaiate di parole. Avrete capito che Owen King non ha superato a pieni voti l’esame, ma il libro non è assolutamente male, dopotutto è la prima vera collaborazione col noto genitore e potrà ancora migliorare, diamogli tempo sospendendo momentaneamente il giudizio; chissà, se un giorno davvero la magia del grande King potrà rinnovarsi e perpetuarsi, un po’ di attesa sarà pur valsa la pena.

Luca

 

 

PASSA DA LIBRI E LIBRI A MONZA

⬇COMPRALO SUBITO

paginerecensioni-belle-addormentate-copertinaSleeping beauties
Stephen e Owen King
Editore: Sperling & Kupfer
Anno 2017
Pagine 652|rilegato
€21,90
EAN:9788820063269

 

 

La trama.

Dooling è una piccola città fortunata del West Virginia, con una splendida vista sui monti Appalachi e lavoro per tutti. È a Dooling, infatti, che qualche anno fa è stato costruito un carcere all’avanguardia destinato solo alle donne, che siano prostitute o spacciatrici, ladre o assassine, o ancora tutte queste cose insieme. Ed è una di loro, in una notte agitata, ad annunciare l’arrivo della Regina Nera. Per il dottor Norcross, lo psichiatra della prigione, è routine, un sedativo dovrebbe sistemare tutto. Per sua moglie Lila, lo sceriffo di Dooling, poteva essere un presagio. Perché poche ore dopo, da una collina lì vicina, arriva una chiamata al 911, ed è una ragazza sconvolta a urlare nel telefono che una donna mai vista ha ammazzato i suoi due amici, con una forza sovrumana. Il suo nome è Evie Black. Intorno a lei svolazzano strane falene marroni e sembra venire da un altro mondo. Lo stesso, forse, dove le donne a poco a poco finiscono, addormentate da un’inquietante malattia del sonno che le sottrae agli uomini. Un sonno dal quale è meglio non svegliarle. Anonymous Content (casa di produzione di True Detective e Mr. Robot in TV e di Revenant e Spotlight al cinema) si è assicurata i diritti di Sleeping Beauties, per farne una serie con la collaborazione di Stephen e Owen King.

 

Gli autori.

Stephen King è autore di romanzi e racconti best seller che attingono ai filoni dell’orrore, del fantastico e della fantascienza, è considerato un maestro nel trasformare le normali situazioni conflittuali della vita in momenti di terrore. Quando è ancora piccolo, sua madre deve far fronte a grandi difficoltà, perché il padre uscito di casa per fare una passeggiata non fa più ritorno. Nel 1962 inizia a frequentare la Lisbon High School e comincia a spedire i suoi racconti a vari editori di riviste, senza però alcun successo concreto. Conclusi gli studi superiori entra all’Università del Maine ad Orono, dove gestisce per un paio d’anni una rubrica all’interno del giornale universitario. Nel 1967 termina un primo racconto breve a cui fa seguito, qualche mese dopo, il romanzo La lunga Marcia che riceve giudizi lusinghieri. Sottopone Carrie alla casa editrice Doubleday e ottiene un assegno di 2500 dollari come anticipo per la pubblicazione del romanzo. A maggio arriva la notizia che la Doubleday ha venduto i diritti dell’opera alla New American Library per 400.000 dollari, metà dei quali spettano di diritto all’autore. Così, a ventisei anni, Stephen King lascia l’insegnamento per dedicarsi alla professione di scrittore. Da quel momento la sua carriera non avrà più interruzioni. Nel 1971 si sposerà con Tabitha, conosciuta due anni prima lavorando nella biblioteca dell’Università. Con un’operazione innovativa, il 14 marzo 2000 diffonderà esclusivamente su Internet il racconto Riding the Bullet. Nell’autunno dello stesso anno pubblicherà On Writing: Autobiografia di Un Mestiere, un’autobiografia e una serie di riflessioni su come nasca la scrittura. Tra i suoi libri più noti si ricordano Shining (1976; il film, del 1980, venne diretto da Stanley Kubrick); La Zona Morta (1979; versione cinematografica del 1983, per la regia di David Cronenberg); Christine la Macchina Infernale (1983; il film, dello stesso anno, è di John Carpenter); It (1986, il film è del 1990); Misery (1987; noto in Italia con il titolo Misery Non Deve Morire, la pellicola è stata realizzata da Rob Reiner nel 1990), Mr Mercedes (2014). Tra gli altri ricordiamo: Cuori in Atlantide (2000), La casa del Buio (2002), Notte Buia, Niente Stelle (2010), Chi Perde Paga (2015), Fine Turno (2016). È del 2016 la nuova edizione aggiornata di Danse Macabre, pubblicato da Frassinelli con l’introduzione e cura di Giovanni Arduino. A Stephen King è stata assegnata nel 2003 la National Book Foundation Medal per il contributo alla letteratura americana, e nel 2007 l’Associazione Mystery Writers of America gli ha conferito il Grand Master Award.

Owen è nato a Bangor nel 1977, figlio minore di Stephen, è autore di due raccolte di racconti (la prima pubblicata da Frassinelli col titolo Siamo Tutti Nella Stessa Barca) e di un romanzo. Ha ricevuto diversi premi letterari per il suo lavoro.