Ci credevamo, era nostro padre, era uno di noi

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Ci Credevamo, Era Nostro Padre, Era Uno di Noi – Uno di Noi – di Daniel Magariel.

Uno di Noi di Daniel Magariel è un piccolo libro, è vero, si legge velocemente e si tende inizialmente a considerarla una lettura quasi leggera, sulla complicità che lega i figli a un genitore, quell’empatia che porta però a coalizzarsi contro l’altro, e dunque, sottilmente prima, in modo deflagrante poi, conduce alla distruzione totale del nucleo famigliare, dei meccanismi affettivi che lo compongono e delle potenzialità emotive che i minori stenteranno a sviluppare serenamente nella vita adulta. Da piccola storia dunque, si tramuta in dramma doloroso e universale.

Vittoria sempre illusoria nelle dispute famigliari.

Dopo il divorzio dei genitori, un dodicenne e il fratello maggiore partono dal Kansas verso ovest, destinazione Albuquerque, con il padre carismatico, vincitore agli occhi dei figli della disputa genitoriale per il loro affidamento. Fin dalle prime pagine i due ragazzi sembravo condividere col padre narcisista le stesse pulsioni negative nei confronti della madre distratta, debole e perdente, sempre incapace di tenersi un lavoro e di presentare al mondo un’immagine luccicante e attraente, come quella del marito autoritario e manipolatore; questo disprezzo verso la madre è il primo sintomo rivelatore della capacità manipolatoria del padre, che porta i ragazzi su un piano di complicità tra pari, come fossero adulti, salvo poi imporsi con l’autorità e la minaccia fisica, oltre che quella psicologica che fa leva sul senso di colpa, l’onta di non dimostrare riconoscenza e sottomissione a chi li ha liberati regalando loro una vita nuova… Peccato che l’idilliaca nuova vita ad Albuquerque cominci presto a incrinarsi, sotto il peso sottile e poi intollerabile di comportamenti sempre più strani, imprevedibili e al limite, di cui il genitore si renderà responsabile, sedotto dai fumi della droga e incapace di remore nel sacrificare persino l’innocenza filiale alla ben più appagante causa del proprio soddisfacimento personale. La discesa agli inferi sarà repentina, e i due fratelli vi saranno trascinati inesorabilmente, presto costretti a decisioni che da ragazzi non si dovrebbero mai prendere, ma indispensabili per sopravvivere, a scapito di quell’innocenza che sarà persa per sempre.

Genitori inadeguati e infanzia perduta.

Una sgradevole sensazione ed un’inaspettata consapevolezza colgono il lettore quando piccoli episodi svelano una complicità tra padre e figli sostanzialmente fasulla, confezionata ad arte dalla mente manipolatrice di un narcisista, che tende con la brillantezza e il divertimento, oltre che con un affetto comunicato oralmente ma scarsamente dimostrato nei fatti, a convincere l’ingenuità filiale dell’esistenza di un legame paritetico; è sufficiente leggere di quando a un cenno del padre appena uscito dalla doccia, i figli si precipitano a cospargergli il corpo di crema idratante, dividendosi, come da routine collaudata, le parti del corpo paterno: inutile analizzare la psicologia di un genitore che porta i figli ad accettare come naturale una tale sudditanza, fondamentale è invece analizzare il cruciale problema di quanti figli, ignari, si trovano spesso a crescere senza gli strumenti adeguati a comprendere la realtà che li circonda, impossibilitati ad imparare cosa è giusto e cosa sbagliato, e a rapportarsi adeguatamente con gli altri, nella vita adulta, a causa di genitori immaturi ed egoisti, capaci soltanto di vedere nella prole un’estensione utile di se stessi, sudditi da sfruttare e in caso sacrificare; l’esatto contrario di ciò a cui l’umana ragionevolezza e una sana affettività dovrebbero portare, sacrificare cioè se stessi, anteponendo ad ogni cosa l’amore per i figli. Si arriva dunque ad una conclusione drammatica ma che la vita purtroppo impone di accettare con disincanto: le cose più delicate, difficili e impegnative, sono quelle che tutti, ma proprio tutti, possono permettersi di fare, indipendentemente dalla propria inadeguatezza o incapacità, e l’essere genitori non fa eccezione.

La solitudine della crescita.

Quel che rimane nel lettore è una profonda empatia nei confronti di questi due poveri ragazzi, che prima ignari, devono poi accettare l’inganno e il tradimento, ma soprattutto la consapevolezza che la loro sopravvivenza, il loro bene, non dipendono dai genitori ma solo da se stessi… La crescita e la scoperta sono sempre fatti privati, la solitudine dell’uomo comincia dalla pancia di sua madre, quando galleggia nel liquido e nel silenzio; il ritrovarsi genitori responsabili e amorevoli è una fortuna, e spesso addirittura un privilegio, che renderà più agevole il viaggio nel mondo, ma nemmeno questo ci renderà meno barche nell’oceano, togliendoci la responsabilità di decidere in solitudine, la nostra rotta.

Nostro padre era un atto con un solo finale. La sua traiettoria: giù, giù, giù. Si sarebbe ammazzato prima o poi. Non che me ne fregassi, era pur sempre mio padre. Solo che eravamo suoi spettatori da troppo tempo, da questo divano. Qui ci eravamo sentiti felici, feriti, tristi. Vittime e confidenti. Eravamo stati traditi, attaccati, confusi. Qui avevamo dormito e sognato sogni infantili che non sarebbero mai più tornati.

Luca

 

 

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paginerecensioni-nostro-padre-uno-di-noi-copertinaUno di noi
Daniel Magariel
Editore: Codice
Anno 2018
Pagine 179|brossura
€14,50
EAN9788875787318

 

 

La trama.

Un ragazzino dodicenne, suo fratello maggiore e il loro padre, carismatico e manipolatore, hanno vinto quella che loro chiamano la guerra, e dopo il tribolato divorzio dei genitori la madre ha perso la custodia dei figli. I tre lasciano il Kansas, e viaggiano verso ovest, verso la periferia brulla e desolata di Albuquerque, in New Mexico, per ricominciare una nuova vita insieme. All’inizio tutto sembra normale: i ragazzi vanno a scuola, giocano a basket e si fanno nuovi amici. Ben presto, però, la situazione precipita: strani personaggi vanno e vengono dal loro appartamento, e il padre da distratto si fa prima lunatico, poi imprevedibile e infine pericoloso. Magariel firma il ritratto di un bambino che lotta per cercare di tenere insieme i pezzi sparsi della sua famiglia, e descrive il legame feroce di due fratelli che si proteggono a vicenda da un padre di cui una volta si fidavano ma che ora non riconoscono più.

 

L’autore.

Daniel Magariel è originario di Kansas City, e dopo la laurea alla Columbia ha vissuto prima in Florida, poi in New Messico, Missouri, Colorado e Hawaii. Attualmente risiede a New York, e Uno di Noi è il suo primo romanzo.