La leggenda del diner, sempre chiuso, nel deserto

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La Leggenda Del Diner, Sempre Chiuso, Nel Deserto – Il Diner Nel Deserto – di James Anderson.

James Anderson con il Diner nel Deserto inaugura la Serie del Deserto, romanzi che hanno appassionato i lettori più malinconici e romantici, quelli che amano il silenzio e i chilometri solitari che si susseguono sull’asfalto incandescente in mezzo alla sabbia, con le rocce colorate dei canyon a fare da sfondo ai pensieri in libertà. Dunque silenzio e solitudine, lontananza dalla civiltà e dal suo rumoreggiare social, un camion che ronza sotto il sedere e la natura come unico compagno di viaggio a cui badare, perché nella sua bellezza è capace di farci passare brutti momenti, se non addirittura ucciderci, con un improvviso acquazzone che respinto dal terreno inaridito in un attimo può dar vita ad una marea fangosa inarrestabile e assassina. Il deserto è per appassionati che alla gente non si sono mai abituati, e allora quando capita che qualche malintenzionato ci viene a cercare perché vuole qualcosa da noi, o crede che noi possiamo dargliela, malavitoso o meno che sia, forse questo posto rimane più pericoloso per lui che per noi, perché i forestieri nel deserto si notano subito, non sono mai ben accetti, e spesso di loro non se ne sa più nulla.

Il deserto come panorama interiore, asprezza e romanticismo.

La statale 117 è praticamente la casa Di Ben Jones, camionista sull’orlo del fallimento che la percorre da una vita per effettuare consegne alle anime solitarie del deserto dello Utah; Ben non è solo uno che percorre quelle distanze, lui fa parte del paesaggio, conosce gli umori del deserto e di coloro che vi abitano, o ci si nascondono. Ma capisce anche quando qualche straniero ha secondi fini e non del tutto limpidi: con la scusa di farsi scorrazzare sul camion per conoscere i luoghi in cui girare un reality, un ipotetico produttore cinematografico cerca evidentemente qualcosa o qualcuno, e a Ben non risulta difficile immaginare che quel qualcosa possa avere a che fare con un violoncello scomparso che vale milioni, e che quel qualcuno abbia invece a che fare con la donna che suonava uno strumento immaginario, incontrata da Ben in una casa quasi nascosta vicino al diner di Walt… Il diner che è quasi leggenda, dove in passato il cinema vi ha girato scene memorabili, il perfetto locale nel deserto, col juke box e i tavolini, dove i viaggiatori si ristorano per una mezzora scrollandosi la polvere di dosso e rinfrescandosi le budella con una “bionda” di prima qualità; il diner di Walt, il vecchio, enorme Walt, lo scorbutico col carattere peggiore e più temibile in cui ci si possa imbattere, soprattutto dopo quella brutta storia, la tragedia che molti anni prima si è consumata tra quelle mura, e dopo la quale il locale è sempre rimasto chiuso. Ben capisce che arriva un temporale, perché forse è innamorato della persona sbagliata, perché chi la cerca non ci andrà leggero, e allora il fallimento economico perde importanza, il temporale nel deserto è una faccenda da uomini e pazienza se non potrà farcela da solo, dopotutto c’è sempre il vecchio Walt, col suo caratteraccio e i suoi pugni pesanti…

Quella del deserto, una vita fatta di rapporti essenziali ma profondamente veri.

Il Diner Nel Deserto ci porta in spazi aperti, lontano dalla civiltà e al tempo stesso più vicino all’essenza e all’animo delle persone, perché gli scarni rapporti sociali di cui vive la quotidianità di Ben sono quelli che contano per sopravvivere, da lui dipende la vita del ricercato che si cela sotto una falsa identità, nascondendosi dagli altri e dalle proprie colpe; solo Ben è il depositario della tragedia che Walt negli anni gli ha comunicato coi suoi silenzi scorbutici e con la maniacale cura di un locale ostinatamente tenuto chiuso. Rapporti essenziali ma profondamente veri, che hanno a che fare con una sorta di lealtà, un collante che tiene insieme una comunità sparpagliata e arrabbiata, ma profondamente malinconica e forse romantica, ancora capace di sognare e amare.

Probabilmente non avrei mai ascoltato i cd. Avrei sempre preferito la musica che Claire sentiva e che io potevo solo immaginare. Era un momento che avevamo condiviso. Non volevo rinunciarci per qualcosa di inaffidabile come la realtà.

 

Sostenuto da una prosa ironica e coinvolgente, coi suoi personaggi magnificamente caratterizzati e i paesaggi temibili ma sognanti che ci appaiono come dipinti, Il Diner Nel Deserto è un affresco intimo di quell’America cinematografica che si fa noir on the road, per cuori solitari che non hanno mai smesso, davvero, di combattere dopo la ritirata, e sanno ancora mettersi in gioco per sentimenti forse un po’ fuori moda, come l’amore e l’onore.

Luca

 

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paginerecensioni-diner-deserto-copertinaIl diner nel deserto
James anderson
Enne Enne Editore
Anno 2018|pag. 315
€18,00
EAN9788894938043

 

 

La trama.

Ben Jones è un camionista sull’orlo della bancarotta che effettua consegne lungo la statale 117 del deserto dello Utah, una terra ospitale solo per chi ha scelto di isolarsi dal mondo. Un giorno Ben incontra Claire, che si nasconde dal marito in una casa abbandonata e suona le corde di un violoncello invisibile. L’amore per Claire porta Ben a stringere amicizia con Ginny, un’adolescente incinta in rotta con la madre, e a fare i conti con il burbero affetto di Walt, il proprietario di un diner nel deserto chiuso da anni in seguito a un terribile fatto di sangue. Tra rivelazioni inaspettate, scomparse improvvise e il furto di un prezioso strumento musicale, tutti incontrano il proprio destino, cieco come le alluvioni che allagano i canyon rocciosi.

 

L’autore.

Scrittore e poeta americano, James Anderson è stato editore della rinomata casa editrice Breitenbush Books. Il Diner nel Deserto è il suo esordio narrativo, primo volume della Serie del deserto.

 

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