Liliana, la schiavitù della passione

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Liliana, la Schiavitù della Passione – Tutta la vita – di Hector Aguilar Camin.

 

E’ uno scrittore il protagonista di questa storia di desiderio e fuga; Serrano è il suo nome quando cede alla passione, Serranito, dispregiativo umiliante, quando la fugge, quando scappa da lei, l’oggetto disperante di tale sentimento totalizzante, debilitante e prepotente: Liliana. Ma perché fuggire dal bisogno appassionato, dall’amore pazzo e disperato? E’ presto detto: il bisogno è la perdita della libertà, la passione è la perdita della vista, null’altro è visibile allo sguardo, l’amore pazzo e disperato evoca immediatamente i pericoli in cui un tale trasporto irrazionale può far incappare, senza dare la possibilità di scegliere una via d’uscita, perché la scelta sarà sempre la stessa… Prigionia dunque, Per Tutta la Vita, come recita il titolo stesso di questo breve ma intensissimo e malinconico libro, dello scrittore e storico messicano Hector Aguilar Camin. Ma l’esperienza forse può rendere liberi, o almeno può spingere a cercare di esserlo, e se nella foto di copertina la ragazza brandisce come un’arma la melagrana della tentazione, Serrano, che fin da giovane ha potuto assaporare le conseguenze nefaste del frutto afrodisiaco, con gli anni e l’esperienza ha imparato a sottrarvisi, se non col disamore almeno con la fuga e la dimenticanza, perché se ha avuto una vita, seppur mediocre, è grazie a Serranito.

La morte che costringe a voltarsi indietro e fare i conti col passato.

Una veglia funebre a cui partecipano personaggi controversi e mai dimenticati, è l’occasione per Serrano, ormai noto scrittore e giornalista, di tornare ad immergersi nel suo passato, nella giovinezza in cui ha scoperto l’amore e il bisogno, ma anche il lato oscuro dell’esistere; la prepotenza del ricordo lo cattura, e insieme alla nostalgia per la passione a lungo fuggita, emerge la curiosità e il bisogno di far luce, finalmente, su un crimine in cui la donna feticcio della sua vita potrebbe essere stata coinvolta o di cui potrebbe addirittura essere stata la mandante. E’ così che il giornalista comincia suo malgrado a indagare sui negati tempi andati che ora reclamano luce e verità, consapevole che il motore di tale impresa è ancora lei, dopo tanti anni, Liliana Montoya, l’amore e il male della sua esistenza.

La fuga dalla passione come tentativo di libertà.

In una Città del Messico oscura e malinconica, nei primi anni ’70 Serrano conosce Liliana, sorella del suo amico Rubén; lui ha vent’anni e viene quasi adottato dalla famiglia dell’amico, mentre Liliana di anni ne ha solo diciotto, ma già al primo sguardo per Serrano la vita cambierà sapore, e la libertà diverrà una chimera:

C’è un pozzo di luce che filtra in un solo bagliore la primavera nascente della città. Nel bel mezzo della pozza di luce c’è una ragazza scalza. La luce disegna il suo corpo sotto il vestito. Ha il collo del piede alto, le gambe lunghe, i fianchi pieni, la vita fine, come una bambina, le spalle dritte, le braccia lunghe e piene, come le gambe. Nella pozza di luce i suoi occhi di ragazza brillano.

Per Serrano è finita perché quegli occhi lo hanno scelto e fatto loro, la brama del suo corpo diverrà per il ragazzo un’ossessione, e gli amplessi rubati sul lavandino del bagno dei Montoya, il pericolo e la delizia a cui non saprà sottrarsi… Ma perché sottrarsi? Be’, perché Liliana è pazza, la sua risata volgare ricorda ai suoi amanti che lei è di tutti e di nessuno, lei è della vita e dalla vita spreme ogni goccia di piacere, da locale a cantina, di letto in letto, e il suo amare non conosce sottomissione, nemmeno nei confronti del temuto Pato Vertiz, l’uomo che tutti odiano e invidiano, colui che perderà forse la sua onnipotenza quando cederà alla di lei richiesta di uccidere… E allora sarà la paura a salvare Serrano, facendolo fuggire lontano, tra le braccia di altre donne e nella sicurezza di matrimoni rassicuranti ma destinati al fallimento; la paura di lei, di un angelo senza limiti che lo ama senza raziocinio portandolo ogni volta a bruciarsi e a rischiare la vita, per non parlare del cuore e della mente. Fino a quella veglia funebre di tanti anni dopo, che gli aprirà gli occhi sulla consapevolezza che la passione è inevitabile proprio perché è rara, e fuggirla spesso non significa spegnerla ma solo rimandarla.

La passione come coronamento di un percorso o come consumo ingordo della vita.

Tutta la Vita è un piccolo libro, breve ma affascinante, intenso e scritto benissimo, con un linguaggio suadente e malinconico, come malinconico è lo sfondo di una Città del Messico incupita da malavita e corruzione, ma anche luminosa di sole e storia; ed ecco, dunque, che il richiamo affascinante delle vestigia di un passato secolare, si fa metafora del richiamo irresistibile che nella vita ci lanciano le emozioni più potenti e totalizzanti che abbiamo vissuto e che, nel bene o nel male, sono comunque state in grado di accendere anima e sensi più di qualunque percorso razionale, facendoci sentire così vivi e lontani come non mai dalla morte, pur rendendocela, inconsapevolmente, dannatamente vicina. Dramma, noir, amore e sfrenata sensualità, in una piccola storia che costringe a meditare sulla difficoltà di scegliere tra un esistere ricco di senso e ponderato, e un lasciarsi invece andare alla passione irrazionale e senza limiti che, quasi sempre, dopo il godimento conduce alla deriva affettiva e fisica, al torpore triste e un poco nostalgico del dopo orgasmo.

Luca

 

 

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paginerecensioni-liliana-la-schiavitù-della-passione-copertinaTutta la vita
(Notturno di Liliana Montoya)
Hector Aguilar Camin
Editore: Ponte alle Grazie
pagine 123|copertina flessibile
€13.80
ISBN9788868336578

 

 

La trama.

In una Città del Messico oscura e popolare, uno scrittore cerca nella propria memoria le tracce di un amore fatale, una tormentata passione giovanile mai dimenticata.
Liliana è la donna di una vita, l’indimenticabile che ritorna. Ma la sua esistenza è segnata da un omicidio avvenuto negli anni Settanta che è diventato il perno delle sue ossessioni e del suo fragile equilibrio, un evento avvenuto in circostanze mai davvero chiarite e che di volta in volta rivive in versioni discordanti. Serrano indaga nella memoria dei protagonisti di quella notte di sangue, alla ricerca di una verità che non vuole servire nessun ideale di giustizia ma può aiutarlo a capire meglio Liliana, le brusche svolte della loro relazione, il suo stesso violento amore per lei. Ciò che trova sono storie che si contraddicono, verità che proteggono dalla giustizia ma non dai propri tormenti.
Con il suo ultimo romanzo, Camin ci conduce nei meandri di una passione ineluttabile: l’amore per l’amore, per tutta la vita.

 

L’autore.

Scrittore messicano, giornalista e storico di grande fama, Héctor Aguilar Camin ha scritto romanzi tradotti in molti paesi e saggi sull’antropologia e la storia del Messico. Ha vinto il premio nazionale messicano per il giornalismo culturale e il prestigioso premio Mazatlan de Literatura nel 1998. Prima di Tutta la Vita, in Italia è uscito Morire a Veracruz, Donzelli 1993.