Morte all’infedele! Storia delle Crociate.

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Morte all’Infedele! – Storia Delle Crociate – di Francesco Cognasso.

 

Storia Delle Crociate, di Francesco Cognasso, è un volume poderoso e impegnativo, con le sue quasi mille pagine fitte di fatti storici e accadimenti, di innumerevoli personaggi ai più sconosciuti, e altri, invece, i cui nomi fanno parte dell’immaginario popolare, legati a leggende o a imprese epiche spesso tramandate e quindi ingigantite o addirittura totalmente fantasiose.

La religione come alibi alla cupidigia e giustificazione alla guerra.

Dopo una parte introduttiva in cui si analizza l’origine e la genesi dell’Islam, notevolmente influenzato da elementi sia cristiani che ebraici, si arriva alla contrapposizione politica e culturale, oltre che religiosa, tra la potenza di Baghdad e i fasti di Bisanzio. Ed è partendo dall’appello del 1095 del pontefice Urbano II, per salvare la cristianità dalla barbara espansione musulmana e riportare cristiani d’Oriente e d’Occidente sotto lo stesso tetto e l’unica guida di Roma, che si srotola il nastro di una storia di oltre due secoli di massacri orribili e di gesta eroiche. Gerusalemme e la liberazione del Santo Sepolcro diventano il simbolo intorno al quale ruoterà l’esistenza, l’ambizione, la fede di tutta l’Europa, ma anche il mezzo per i papi e per Roma di divenire l’ago della bilancia, il sole attorno al quale ruoteranno le grandi monarchie del continente. La fede dunque come croce e delizia del genere umano, fonte di abnegazione e fratellanza ma anche motivo di odio e intolleranza tra i popoli; ma soprattutto la religione diventa strumento, alibi e giustificazione alla cupidigia che presto corrompe papi e principi e ogni ideale di rinnovamento, marchiando col fanatismo le croci dipinte sulle tuniche dei soldati di Cristo.

Una terra ostile contesa da eroi e reietti.

Il lettore scoprirà episodi poco noti ma affascinanti, come il viaggio di San Francesco e il suo ingenuo ma amorevole tentativo di convertire i nemici musulmani alla parola del Dio cristiano. Da Goffredo di Buglione all’imbattibile Saladino, dal celebrato e scapestrato re Riccardo al volenteroso quanto sfortunato Luigi IX il santo, il volume ripercorre una grande epopea sullo sfondo di una terra ostile che va dall’Egitto alla Grecia, dallo splendore del Bosforo di una Bisanzio ambita e poi soggiogata e perduta dall’Occidente che doveva salvarla, fino alle terre più remote d’Oriente da cui l’implacabile mannaia dei grandi khan calerà fino al Mediterraneo, lasciando poi spazio e terreno fertile alla nascita e alla minacciosa potenza ottomana.

Una narrazione-cronaca che ripercorre più di due secoli.

Certamente Storia Delle Crociate non è un libro agevole e non è per tutti: la prosa essenziale, avara di spiegazioni e approfondimenti, presuppone una già discreta conoscenza del lettore di personaggi storici nonché di avvenimenti, e l’utilizzo frequente dell’originale lingua francese o latina per riportare citazioni, proclami e quant’altro, ne fa un testo più adatto agli addetti ai lavori. Ma non si può mancare di sottolineare la straordinarietà di un’opera così esaustiva, capace di riportare ogni fatto, anche minimo, rendendo il racconto di oltre due secoli come un’interminabile cronaca giornalistica che si chiude con la cacciata definitiva dei latini dalla Siria nel 1291, ma i cui strascichi si prolungheranno ulteriormente fino al 10 Dicembre 1917, anno dell’ingresso delle potenze europee in quella Gerusalemme rimasta nell’orbita musulmana per oltre settecento anni.

L’uomo, da ingranaggio a individuo consapevole attraverso la comprensione della storia.

La letteratura, l’arte, l’economia, il mondo che conosciamo e in cui viviamo oggi insomma, derivano da quei secoli di lotte che sono state le Crociate, e dall’influsso dei nobili ideali, dei sacrifici, ma anche delle atrocità e della follia, che penetrato nelle pieghe della storia è giunto fino a noi. Quello che rimane principalmente da questa interminabile e poderosa cronaca storica però, è una sensazione singolare e non propriamente piacevole, bensì abbastanza spiazzante: nel ripetitivo susseguirsi di guerre, conquiste e poi sconfitte, usurpazioni, tradimenti, quello che cambia sono le facce dei personaggi, i loro nomi, ma non gli eventi, le futili ambizioni, gli illusori desideri, e l’inutilità dei risultati… E’ come se gli uomini fossero piccoli ingranaggi senza senso e senza una reale possibilità decisionale, ognuno convinto di essere speciale e di ambire ad un obiettivo unico e meritevole, ma in realtà costretto a ripercorrere le fallaci orme di chi l’ha preceduto, sul terreno insanguinato di una realtà che si ripete monotona all’infinito. E’ solo allontanandosi dai fatti e gettando uno sguardo distaccato d’insieme sulla realtà, che si indovina un cammino e un’evoluzione del genere umano, ma solo attraverso lo studio e la comprensione della storia, dei suoi errori e di conseguenza con l’acquisizione della capacità di non ripeterli. Solo così l’uomo acquisisce senso, attraverso la consapevolezza di sé e l’autodeterminazione.

Luca

 

 

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paginerecensioni-morte-all-infedele-crociate-copertina[1]Storia delle Crociate
Francesco Cognasso
Editore: Odoya
pagine 847|brossura
€32,00
ISBN9788862882828

 

 

La trama.

All’appello che nel 1095 Urbano II rivolse da Piacenza agli italiani e da Clermont ai francesi, risposero entusiasti principi, vassalli, scudieri e ribaldi. Salvare la cristianità dalla più barbara e fanatica ondata musulmana, riportare i cristiani d’Oriente alla fratellanza con i cristiani d’Occidente, ricreare un unico ovile sotto un unico pastore: questo era il programma bandito da Gregorio VII e in seguito dal suo successore Urbano II. La società europea si stava organizzando attorno a Roma papale, erede e continuatrice di Roma imperiale. Un nome, Gerusalemme, rappresentava per tutti il simbolo del grande programma. La liberazione del Santo Sepolcro significava la sintesi di tutta una fede, di una vita di dedizione e abnegazione. Nel corso dei decenni, con le loro passioni, gli egoismi e le cupidigie, papi e principi corruppero questi ideali di rinnovamento creando al contempo la storia dell’Europa medievale e moderna. Ma le Crociate non furono soltanto un episodio di fanatismo sterile e di avidità grossolana: esse rappresentarono anche la realizzazione di alti pensieri e nobili sentimenti vissuti, oltre che dalle aristocrazie feudali o sacerdotali, da popoli interi. Letteratura, arte ed economia in Europa portarono e portano tuttora l’impronta dei sacrifici fatti in nome di Gerusalemme, del Sepolcro di Cristo.

 

L’autore.

Francesco Cognasso (Pinerolo, 16 dicembre 1886 – Torino, 14 marzo 1986) è stato uno storico italiano. Insegnante in ginnasi e licei, fu in seguito preside della facoltà di Magistero di Torino dove insegnava storia moderna. Dal 1939 ricoprì la cattedra di storia medioevale nella facoltà di Lettere del capoluogo piemontese, dove nel 1968 fu messo fuori ruolo per limiti d’età e proclamato professore emerito. Tra il 1930 e il 1934 diresse la Rivista storica italiana, nel dopoguerra divenne presidente della Deputazione Subalpina di Storia Patria, direttore del Bollettino storico bibliografico subalpino e consigliere del Centro italiano di studi sull’alto medioevo. Tutta la sua produzione lo vide sempre impegnato in modo particolare nello studio dei documenti medioevali. Fu un tenace sostenitore della monarchia sabauda e concentrò le sue ricerche soprattutto sul Piemonte e sui Savoia, attraverso i quali entrò nel vivo dei maggiori conflitti europei e si interessò alla politica viscontea. Si interessò anche di Bisanzio e dell’Oriente, argomenti all’epoca trascurati in Italia (Giovanna di Savoia fu imperatrice romana d’Oriente, moglie di Andronico III Paleologo). L’attività di studioso non si svolse esclusivamente nel mondo accademico, ma tenne intensi rapporti anche con studiosi locali. Non più docente universitario, continuò i suoi studi soprattutto del passato piemontese e sulle origini dei Savoia e sul Risorgimento. Umberto II, dall’esilio, lo nominò membro della Consulta dei Senatori del Regno e gli attribuì l’Ordine civile di Savoia, la più alta onorificenza sabauda. Fu anche socio dell’Accademia delle Scienze di Torino, socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, presidente della Mostra storica organizzata in occasione del Centenario dell’Unità d’Italia, nel 1961. Colpito da ictus cerebrale all’età di 99 anni nel dicembre 1985, morì all’ospedale Maria Vittoria di Torino dopo tre mesi di sofferta degenza. È sepolto nel Cimitero monumentale di Torino.

 

 

One thought on “Morte all’infedele! Storia delle Crociate.

  1. Cognasso da solo è una garanzia: grande storico… molto accurato e attento…

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