Paradiso e inferno dell’amore.

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Paradiso e Inferno dell’Amore – Un Solo Paradiso – di Giorgio Fontana.

 

Il purgatorio del dolceamaro contentarsi.

In Un Solo Paradiso di Giorgio Fontana, Alessio vive a Milano una vita di dolceamaro contentarsi, ovvero un’esistenza in tono minore da impiegato informatico, condita da serate musicali come trombettista dilettante in una piccola jazz band. Ogni tanto viaggia, da solo, per sganciarsi da una quotidianità priva di quelle grandi emozioni che ci fanno sentire davvero vivi e contenti di esserlo; queste fughe sono il suo antidoto per non morire dentro e per continuare ad aggrapparsi all’idea salvifica che aprirsi di più, e desiderare di più, siano un’inutile salto nel buio, una tenebra che verrà a chiederci il conto quando in un istante ci toglierà tutto quello che illusoriamente credevamo di aver raggiunto…

L’inferno della perdita dell’amore.

Ma allora perché, quando incontra Martina, questo suo credo si indebolisce, per poi spegnersi come un fuoco fatuo, sotto i colpi di un entusiasmo e una passione liberatrice mai provata prima? Forse perché immemore dei suoi precetti di vita? Oppure, semplicemente perché la vitalità gioiosa e appassionata dell’esistere, quando la si prova, diventa essenziale come droga o come l’aria che respiriamo?
Martina presto diventa tutto per Alessio, la gioia del condividere, la passione del sesso e della sua attesa, come tutte le dipendenze lo rende gioioso ma bisognoso di avere sempre di più, perché ogni senso ormai, deriva da lei. Ma la verità è che siamo esseri umani, e come tali siamo anche profondamente fragili, inaffidabili, incapaci di dare agli altri abbastanza… E allora, se l’oggetto del nostro amore diventa anche l’oggetto del nostro bisogno, quando lo perdiamo, facilmente, con poche e confuse spiegazioni, farsene una ragione diventa difficile, a volte impossibile, e il rimpianto della felicità raggiunta e poi perduta può diventare intollerabile, una condanna senza appello che né viaggi-fuga, né alcol o droghe potranno alleviare, spalancandoci, sotto i piedi del cuore e dell’anima, un baratro senza fine.
Dunque, chi può rispondere all’eterna domanda: meglio accontentarsi senza soffrire, o consumare la vita e l’amore, con il rischio di perdere entrambi?

Va in scena a Milano: amore o dipendenza?

Il talento di Fontana ci consegna una storia semplice e al tempo stesso straordinaria: semplice perché simile alla storia di ognuno di noi, persone normali che nel corso del loro cammino vivono una vita ricca di cose, eventi, incontri e soddisfazioni, grandi oppure appena consolatorie; straordinaria perché soltanto a volte, un incontro può svuotare la vita di tutte quelle cose che la rendono tale, e mutarla in dipendenza e dolorosa attesa…
E allora, quel sentimento prepotente, che lega ad un’altra anima, cancella ogni senso e obiettivo, rende gli occhi ciechi alle bellezze del mondo e dell’esistere, rende vittime di quel  “solo paradiso”  la cui invadente imprescindibilità lo fa apparire ben più simile ad un inferno.

Con la sua prosa ricca ed alta, che pure non perde in sobrietà e conserva una piacevole scorrevolezza, il Premio Campiello 2014, sullo sfondo di una Milano intima e familiare a volte, di un grigio impersonale e irraggiungibile altre, al fascinoso ritmo di un malinconico jazz, condivide con il lettore la parabola di Alessio, che come un moderno Icaro arriva a toccare altitudini impensate per poi cadere senza mai toccare un fondo, perché se da qualunque bruttura ci si può rialzare, dal paradiso, invece, non c’è alcun ritorno.

 

Con il senno di poi
persi un’immagine
rara e compiuta:
un uomo completamente solo,
che imboccava con decisione
la strada per sparire.

Luca

Foto di Caterina Sorrenti

 

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GIORGIO FONTANA – RASSEGNA STAMPA

 

 

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paginerecensioni-un-solo-paradiso-copertinaUn solo paradiso
Giorgio Fontana
Editore: Sellerio
Lingua: Italiana
Brossura
14€
ISBN9788838935466

 

 

La trama.

Oltre che il racconto di una storia d’amore, questo romanzo parla anche di quanto un tale sentimento possa condurre alla distruzione personale. Due vecchi amici si incontrano nel bar che era stato un tempo ritrovo della loro compagnia, e uno dei due racconta all’altro la propria storia. Alessio, quasi trentenne, un lavoro da informatico, originario delle montagne lombarde, trombettista in una jazz band, coltiva un “dolceamaro contentarsi”, come lo chiama lui stesso, una vita mediocre. Martina è magra e nervosa invece, non dice molto di se stessa, non è particolarmente originale. Sono due ragazzi qualunque ma tra loro si scatena una strana tempesta, quasi una dipendenza. Un fuoco breve però, che brucia rapido per le strade di una Milano affascinante, lasciando terra bruciata di un bisogno non più appagabile.

 

L’autore.

Dopo aver vissuto a Dublino, Montpellier e in Québec, Giorgio Fontana risiede a Milano: laureato in Filosofia, lavora come caporedattore del magazine “Web Target”. Ha lavorato con le pagine culturali de “Ilsole24ore.com”, “Terre di Mezzo”, ”Wired.it”, “Il manifesto”, “Playboy”, “lo Straniero”. Dal 2005 al 2010 è stato co-direttore di «Eleanore Rigby».
Ha pubblicato: Buoni propositi per l’anno nuovo (Mondadori 2007), Babele 56 (Terre di Mezzo 2008, finalista al Premio Tondelli 2009), Novalis (Marsilio 2008), Per legge superiore (Sellerio 2011), La velocità del buio (Zona 2011) e Un solo paradiso (Sellerio 2016). Nel 2014 ha vinto il Premio Campiello con “Morte di un uomo felice”. Nel 2011 è stato il rappresentante italiano per il Kikinda Short Story Festival 2011.

 

 

8 thoughts on “Paradiso e inferno dell’amore.

  1. Ho da poco finito di leggere il libro di Fontana. Vedo che i vari commenti si soffermano sull’argomento dell’amore e sul dilemma tra Paradiso e Inferno che puo’ derivare dall’accettare o meno di vivere questo sentimento.
    Io invece sono rimasta colpita dal modo in cui è scritto questo libro e in particolare da quattro aspetti .
    Innanzitutto la dettagliata descrizione di Milano, città che frequento ormai da 20 anni e che vivo come una seconda casa, essendoci anche nata. Tra l’altro mi è capitato di ritrovarmi a leggere il libro proprio mentre viaggiavo sulla 90/91, la linea che percorre la circonvallazione, citata da Fontana… e chi prende i mezzi a Milano sa di cosa parlo…
    Praga, dove il protagonista fa un viaggio, è una città incantevole dove mi piacerebbe tornare e che in qualche modo mi fa sempre sognare un po’.
    il jazz, che fa da sottofondo, quasi una colonna sonora che lascia presagire il finale.
    E da ultimo la montagna, dove Alessio si rifugia, facendo lunghe camminate. Un luogo liberatorio dove trovare se stessi, lontano dal mondo, per tornare a vivere in questo mondo.
    Dopo tutto , il contenuto della storia passa un po’ in secondo piano…ed è questa la vera magia che riesce a creare Fontana.

    1. Sì, sono tanti gli aspetti affascinanti di questo libro, e saperli cogliere e apprezzare è un bene per riuscire ad arrivare al vero valore dell’opera, che non si limita al semplice baratro che si apre sotto i piedi degli innamorati abbandonati. Magia riuscita, dunque, Lorenzina.

  2. Anzitutto complimenti Luca per la splendida recensione che ho letto avidamente e complimenti per aver ricevuto un commento dall’autore Giorgio Fontana perché sono sicura che questo ti riempie d’orgoglio.
    Io penso che l’amor per un’altra persona sia essenziale per vivere.
    Si possono vivere tempi di solitudine, scoraggiamento o disillusione ma arriva sempre un momento in cui dobbiamo fare i conti con l’altro, quell’estraneo che all’improvviso diventa essenziale per noi.
    Forse questo libro ci insegna a non aver paura d’amare perché sebbene la vita con qualcuno a volte possa sembrare un inferno senza sarebbe solo un eterno purgatorio.

    1. Grazie Francesca per i complimenti, e dal tuo commento devo dedurre che tu fai parte della categoria che al quesito “dolce amaro contentarsi” o “breve e rischioso paradiso” opta decisamente per il rischio. Grazie, a presto!

  3. caro luca, grazie mille per la recensione e le belle parole. effettivamente l’idea era quella di spingere il mio protagonista in un regno al di là del buon senso e delle giustificazioni – una storia volutamente estrema, per così dire. in tal senso, tracciare un paragone fra il “solo paradiso” e un inferno, proprio a causa della “invadente imprescindibilità” del primo, mi sembra un ottimo spunto. grazie ancora.
    giorgio

    1. Grazie mille a te Giorgio per questa tua graditissima partecipazione, e per l’avallo alla recensione, del resto dovuta, perché il libro è scritto come tu e pochi altri sanno fare e perché è veramente una storia estrema che però può riguardare chiunque, dunque appartiene a tutti noi. Grazie Giorgio, e alla prossima recensione.

  4. L’eterna lotta personale sul vivere o meno una storia d’amore. Vivere la quotidianità con la sua routine, con le sue piccole soddisfazioni, ma anche con la sua noia e le sue ripetitività, o vivere una storia che ti travolge e stravolge, alla stregua (suppongo) di una sbornia o di uno sballo con tutte le dolorose conseguenze?
    Una possibile risposta sta forse in noi stessi: lo stravolgimento che proviamo innamorandoci è sempre qualcosa che viene da noi, è il nostro essere che si concede di vivere certe sensazioni… di cui l’altro ne è solo il tramite.
    Come sosteneva (e suppongo sostenga ancora) U. Galimberti, l’altro è lo strumento con cui entrare in rapporto con noi stessi… quindi:
    “Grazie amore di esistere perchè grazie a te ho scoperto me stesso!”

    1. Credo anch’io che l’amore per l’altro sia un’opportunità per mettere alla prova ciò che siamo interiormente nel profondo, per esternare la nostra parte più intima ed emotiva, frutto di esperienze e maturazione, di sofferenze e gioie. Ma è appunto un’occasione per sublimare quel che siamo, non deve essere l’altro a plasmarci rendendoci dipendenti.

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