Un muro contro il mondo. Teoria generale dell’ oblio

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Un Muro Contro il Mondo – Teoria Generale dell’ Oblio – di José Eduardo Agualusa.

 

Ho notato la copertina di questo libro, Teoria Generale dell’ Oblio, di José Eduardo Agualusa, quando stavo ormai per cominciare a leggere un altro romanzo; in realtà la lettura era già cominciata, ma quella copertina misteriosa e soprattutto il titolo, enigmatico e quasi fantastico, mi hanno irretito come fossero il canto di una sirena: poche pagine, ricche, colte e profonde, ma anche leggere come una brezza, e ho dimenticato il resto…

Il nostro cielo è la vostra terra.

Siamo nel 1975, e Ludovica, per tutti Ludo, vive a Luanda, capitale dell’ Angola, con la sorella Odete e il marito Orlando, ingegnere minerario angolano. Le sorelle in realtà sono portoghesi e si sono trasferite in Africa nell’appartamento dell’ingegnere, all’ultimo piano di uno dei palazzi più prestigiosi della città, il Palazzo degli Invidiati. Ma perché Ludo vive con la coppia senza mai uscire di casa, senza nemmeno osare passeggiare sull’ampia terrazza a giardino, come se temesse che il cielo le piombasse addosso uccidendola? Perché la paura che la schiaccia non le permette di affrontare il mondo? Semplice agorafobia o in realtà ha a che fare con l’Incidente, il fattaccio che da ragazzina le instillò la convinzione che quella paura fosse in realtà una premonizione?

“Che succede, Ludo? Hai paura di cadere tra le stelle?”

“Il cielo D’Africa è molto più grande del nostro. Ci schiaccia.”

Ludo si occupa delle faccende domestiche, e chiama Fantasma il cagnolino che le regalano per farle compagnia nelle lunghe giornate passate fra le mura di casa; è una vita sfoltita e potata, senza più i fiori dell’eccitazione e privata del carburante dei progetti, ma è pur sempre vita, e per Ludo è accettabile. Finché tutto, drammaticamente, cambia.

Splendori e miserie del colonialismo.

A Luanda scoppia la guerra per l’indipendenza dal Portogallo, la gente fugge abbandonando il paese prima che i regolamenti di conti e le molte forze in campo rendano il soggiorno pericoloso e insostenibile; è così che una sera Ludo rimane sola, la sorella e Orlando non tornano a casa, e quando degli uomini minacciosi bussano alla sua porta in cerca di pietre preziose, la donna, terrorizzata, prenderà la decisione che le sconvolgerà l’esistenza: alzerà un muro in mezzo al pianerottolo, isolando l’appartamento dal resto del palazzo, e la sua vita, dal mondo intero.

Teoria generale dell’ oblio.

E’ difficile immaginare di poter vivere tra quattro mura per anni, decenni addirittura, isolati dal mondo che ignora i nostri respiri e i nostri pensieri; è difficile e atterrisce, ma l’essere umano è capace di adattarsi, soprattutto quando fugge da qualcosa, quando seppellirsi, obliandosi al mondo intero, può essere una prigione quasi dolce, seppur gravata dai morsi della fame, dalla mancanza di acqua strappata alla pioggia, dalla necessità, per sfamarsi, di catturare piccioni attirandoli col luccichio dei diamanti. Ludo vivrà in un tempo azzerato, parlando con un cane e scrivendo i suoi pensieri sulle pareti della sua prigione protettiva, che dopo decenni diverranno il libro della sua anima in divenire, da ragazza a donna, ad anziana:

“Mi rendo conto di aver trasformato l’appartamento in un immenso libro. Dopo aver bruciato la biblioteca, dopo la mia morte, resterà solo la mia voce. In questa casa tutte le pareti hanno la mia bocca. Se ancora ci fossero spazio e carbone disponibili, potrei scrivere una teoria generale dell’ oblio .”

E mentre in quel piccolo, dimenticato angolo di mondo, la vita si è arrestata come un disco inceppato, al di là del muro gli anni passano, tra guerre civili, controrivoluzioni, ritorno del capitalismo, e il lettore, con un occhio preoccupato all’ oblio di Ludo, potrà seguire, con l’altro, le vicissitudini di mercenari scampati alla fucilazione, comunisti cubani accorsi a perorare la loro causa, prigionieri politici salvati da un piccione, e giornalisti con un debole per le sparizioni, in un vortice di personaggi indimenticabili e così veri da divenirci familiari; fino al colpo di scena finale che scioglierà il bandolo della matassa di tutte quelle vite intrecciate l’una all’altra, come se tutto fosse stato scritto da sempre, oltre che sulle pareti di un appartamento, anche sulle pagine della vita. Si ritroveranno allora davanti a quella porta murata, dove decenni prima le loro esistenze si erano separate, per una rocambolesca, quanto commovente, resa dei conti.

Realismo magico per una narrazione verista ma intima e sognante.

Teoria Generale dell’ Oblio, nominato al prestigioso Man Booker International Prize, è un libro che rimane nel cuore, con il suo realismo magico, tipico della migliore letteratura sudamericana, con le immagini romantiche e luminose di un’ Africa arcaica e spietata ma bellissima, con la poesia della vita che come un fiume conduce su percorsi misteriosi, che come per magia, a loro volta portano a svolte e a chiarimenti inaspettati. Il tema di vivere una vita che alla fine ci schiaccia, costringendoci a percorrere strade indesiderate e apparentemente insensate, si accompagna, in questa storia, alla possibilità opposta, ovvero quella di osservarla, la vita, rinunciando a viverla; entrambe risoluzioni difficili ma estremamente personali nella possibilità di sceglierle. Agualusa è capace di una prosa suadente e leggera, come dicevo, simile a una brezza, che senza fatica getta uno sguardo, come sollevando il lettore in volo, sulle gioie e i dolori della gente, sul peso dei loro cuori carichi di rimpianto, sui loro ricordi e sull’accettazione di un destino che alla fine ci trasporta in luoghi ben precisi e solo apparentemente casuali. La penna esperta del drammaturgo africano ritrae mirabilmente gli ultimi quarant’anni di storia angolana, e con essi le macerie di un colonialismo che ha ridisegnato, sconvolgendolo, gran parte del sud del mondo.

Luca

Foto di Luca

 

 

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paginerecensioni-un-muro-contro-il-mondo-teoria-generale-dell-oblio-copertinaTeoria generale dell’oblio
José Eduardo Agualusa
Editore: Neri Pozza
pagine 219|Brossura
16,50€
ISBN9788854514164

 

 

La trama.

Nel Portogallo del 1975, Ludovica Fernandes Mano, detta Ludo è atterrita dagli spazi aperti, vive con la sorella maggiore Odete che un giorno si innamora di Orlando, un ingegnere minerario angolano che lavora per una società di diamanti. Tutto cambia per Ludo, tutti e tre vanno a vivere in Angola, in un appartamento all’ultimo piano di uno dei palazzi più lussuosi di Luanda, il Palazzo degli Invidiati. Quando scoppia la guerra per l’Indipendenza dal Portogallo i giorni si susseguono agitati, tra manifestazioni, scioperi e comizi. Il Palazzo degli Invidiati si svuota rapidamente ed è durante una festa di commiato che Orlando e Odete svaniscono nel nulla. Davanti all’orrore di essere rimasta sola, alla mercé di rivoluzionari e mercenari, Ludo costruisce una parete in mezzo al corridoio del piano, separando il suo appartamento dal resto del palazzo. Lì, isolata dal mondo, vivrà di stenti e paura, raccogliendo l’acqua piovana, piantando nell’orto sul terrazzo semi di limone, mais, fagioli, patate. Sulle pareti di ogni stanza, per anni annoterà i suoi pensieri, l’unica cosa capace di tenerla ancorata a una realtà sempre più sfumata. Mentre Ludo sembra svanire nell’oblio, dimenticata da tutti, nel mondo si intrecciano le storie di altri personaggi, come quella del mercenario Jeremias Carrasco, deciso a impossessarsi di alcune pietre preziose conservate nell’appartamento dove vive Ludo; l’investigatore Monte, un fervente comunista che detesta i portoghesi; e Daniel Benchimol, un giornalista appassionato di storie di sparizioni. Con una prosa impeccabile, Eduardo Agualusa ci regala una storia profondamente toccante, in cui la potenza visionaria della narrazione si mescola alla realtà cruda della storia angolana.

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L’autore.

L’angolano José Eduardo Agualusa è scrittore, drammaturgo e giornalista. Ha ricevuto borse di studio prestigiose dal Centro Nacional da Cultura, Fundação do Oriente e dal Deutscher Akademischer Austausch Dienst. Ha vinto premi letterali internazionali, quali il Gran Premio Portoghese per la Letteratura e l’Independent Foreign Fiction. I suoi libri sono pubblicati in oltre 25 paesi. Ha una rubrica settimanale sul quotidiano brasiliano O Globo.

 

 

5 thoughts on “Un muro contro il mondo. Teoria generale dell’ oblio

  1. L’ho letto: bel libro… Un bell’affresco su un mondo e una realtà, quella angolana, che noi occidentali non conosciamo.
    Continuo a non apprezzare il realismo magico che pur essendo sudamericano è presente anche in questo libro anzi, direi che l’opera ne è pervasa… Forse è una questione di cultura: non riesco a sentire mia questa visione della realtà, questo modo surreale e, come dire? rassegnato per certi versi, impotente, di narrare fatti anche cruenti e terribili. Un omicidio vi viene descritto quasi come una casualità, un segno del destino, un qualcosa di incontrollabile, imprevedibile, ingestibile… Come probabilmente è giusto che sia… In questo noi occidentali siamo ancora un po’ indietro.

    1. E’ proprio come dici, è una sorta di fatalismo a cui noi occidentali siamo poco avvezzi, forse pecchiamo di arroganza nel voler gestire ed indirizzare le sorti dell’esistere; che ci manchi una sorta di umile disincanto?

  2. Penso di essere un’eccezione, una rarità, uno sbaglio… ma non amo il realismo magico sud americano. Non amo Marquez, e questa è un’altra eresia… Preferisco il realismo nudo e crudo del meno celbre (tranne che a Cuba) P.Q. Gutierrez…
    A parte questa parentesi, penso che lo leggerò: il soggetto e` forte e mi affascina molto (spero non sia un’occasione sprecata)… come del resto la storia di un paese a noi semi sconosciuto come l’Angola.

    1. Il titolo è stato tradotto letteralmente, si; comunque non è un’eresia non amare un certo tipo di letteratura, la bellezza della parola scritta sta anche nella sua varietà e nella possibilità di preferire un genere all’altro. Questo libro è leggero ma anche intenso, nelle pieghe della storia si cela l’ineluttabilità del destino e la struggente lotta impari dell’uomo che solo a volte comprende di doverlo assecondare…

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