Il cruento valzer arabo israeliano; una cena al centro della terra

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Il Cruento Valzer Arabo Israeliano – Una Cena al Centro Della Terra – di Nathan Englander.

Nathan Englander, con Una Cena Al Centro Della Terra, si conferma un grande scrittore di storie e di storia, perché in questo libro avvincente come un thriller, dolce e melanconico come un romanzo d’amore, la storia emerge prepotente a svelarci una manciata di accadimenti a noi occidentali ben poco conosciuti, ambientando la vicenda nel cuore del conflitto arabo israeliano, negli anni dal 2002 al 2014, ovvero dalla seconda intifada alla morte del grande e discusso Generale, e poi statista, Ariel Sharon; ma ci parla di storia in un modo inconsueto, attraverso le vicissitudini personali, svelando il lato umano di uomini e donne che vivendo hanno condizionato quegli anni, con le loro azioni, le loro passioni e debolezze, i loro tradimenti e atti di grande coraggio. Emergono così anche figure mitiche e controverse sui cui obiettivi reali la storia non ha mai pienamente fatto luce, spesso ammantandoli invece di un frettoloso alone di scellerata colpevolezza: Ariel Sharon, il terribile e strenuo difensore dello stato d’Israele e del popolo ebraico, pur non venendo mai esplicitamente nominato nel romanzo, si impone come il principale protagonista e fautore di vicende storiche al limite, e il grande depositario di speranze ad un certo punto possibili ma inevitabilmente deluse dall’imprevedibilità della vita e della fragilità umana.

Sacrificare futuro e identità per una causa a volte percepita come amorale e incomprensibile.

Dal 2002 al 2014 vite e personaggi si intrecciano tra Gaza e Berlino, Parigi e Capri in una matassa il cui bandolo appare sempre più chiaro mano a mano che la narrazione procede: dell’esistenza del misterioso Prigioniero Z ne sono a conoscenza il suo sorvegliante israeliano e il grande Generale che lo ha fatto imprigionare, che però giace nel limbo del coma e non può più leggere le sue lettere che invocano clemenza. Eroe o traditore, il Prigioniero Z si è piegato alla coscienza e il suo paese non lo ha perdonato. In una lotta senza quartiere tra religioni e paesi i cui confini sono spesso delimitati da chi possiede i carri armati più grossi, non andare fino in fondo e spendersi in parte per uno e in parte per l’altro contendente, significa perdersi in un limbo che ti cancella, vuol dire non potersi professare schierato da nessuna delle parti in gioco e dunque, sparire. Ma come è cominciata questa storia di spie e patrioti? Chi è l’uomo spaventato che si nasconde a Parigi nel 2002, chi lo cerca e perché? Ha forse a che fare con Farid, il giovane palestinese amante della barca a vela che non era chi diceva di essere, e che a Berlino nel 2002 è stato ingannato da chi pure non era chi diceva di essere? Ma soprattutto, come può la grazia di una cameriera italiana, spingere lo spaventato uomo di Parigi ad abbassare la guardia e a dimenticare quello che rischierebbe se dovesse rendere conto dei propri peccati?

Divisione tra popoli e amanti; labilità dei confini come dell’identità.

Una Cena Al Centro Della Terra ci parla di credo e di lotta per affermarlo, ci parla di fede e sacrificio, di coraggio e tradimento, ma tutto questo è il frutto del grande male dell’uomo, la contrapposizione: il conflitto arabo israeliano si può a ragione considerare la metafora perfetta del contrapporsi di forze e speranze irriducibili, la differenza tra gli uomini che dall’origine dei tempi genera conflitto e violenza, un grande male spesso inevitabile dal quale paradossalmente altrettanto spesso si genera qualcosa di bello e buono, il coraggio, la determinazione e la fede in una giustizia che, ancora paradossalmente, pur vedendoli contrapposti sul campo di battaglia, è uguale per entrambi i contendenti. Forse, in realtà, esiste un senso alla contrapposizione tra uomini, chissà, magari la prova che si impone, e che purtroppo in tanti falliscono, è quella di rinunciare a qualcosa di importante, fare un passo indietro, per poterne fare uno in avanti verso quello che, percepito come un nemico, potrebbe invece essere amico; un amico varrà bene una rinuncia…
Una prosa ricca ma agevole, che concilia alla lettura senza pause, un narrare fascinoso che svela concetti ma anche stati d’animo, l’interiorità dei protagonisti che si fanno così reali da apparirci in carne e ossa, Una Cena Al Centro Della Terra è davvero un bel romanzo che ci avvince e trascina lungo le vicende cruente di due popoli, e del conflitto arabo israeliano, ma che commuove anche, con una storia d’amore senza speranza e con il malinconico coraggio di tanti uomini e donne che coerentemente hanno continuato a credere, nonostante l’incoerenza di una giustizia giusta per loro ma ingiusta per il loro nemico.

– Dacci quel villaggio, – aveva detto Arafat. – Non dovremmo essere costretti a chiedere quello che è nostro. – Se fosse già vostro, – aveva risposto il Generale, – non saresti venuto a bussare alla mia porta.

Luca

 

 

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paginerecensioni-valzer-arabo israeliano-copertinaUna cena al centro della terra
Nathan Englander
Editore: Einaudi
Anno: 2018
Pagine: 240|Rilegato
€19,50
EAN9788806236854

 

 

La trama.

Il Prigioniero Z è un uomo senza più identità né futuro. Da dodici anni è rinchiuso in una segreta nel deserto del Negev con la sola compagnia del suo sorvegliante, nella vana attesa che il Generale gli restituisca la vita. Ma com’è finito, il Prigioniero Z, in quella cella desolata? Quale guerra di spie e qual è davvero la sua colpa? Aver lasciato che la coscienza interferisse con la causa? Aver mentito troppo, o troppo poco? Aver amato ciecamente chi non era ciò che sembrava? Molti destini si intrecciano in questa storia sfaccettata che si snoda tra Gaza e New York, Berlino, Parigi e Capri, in un arco temporale di dodici anni fra il 2002 e il 2014: quello del Prigioniero Z, uomo dalle molte identità e nessuna, traditore e tradito; del suo sorvegliante israeliano, un giovane pensoso e sensibile, inevitabilmente coinvolto da quella vicinanza forzata; di Ruthi, l’assistente personale del Generale, che veglia sul suo corpo sospeso nel limbo del coma in un ospedale nei pressi di Tel Aviv; del Generale, una figura a tratti demoniaca e a tratti messianica, un guerriero e un capo di stato che ha avuto nelle sue mani il destino di un’intera nazione, e che ora vive in una terra popolata solo di ricordi; di Farid, un giovane palestinese amante della barca a vela e paladino della causa araba; di Joshua, un ricco uomo d’affari canadese che a Berlino si occupa di import-export su uno scacchiere ben più grande di lui; e di una misteriosa e bellissima cameriera italiana. Niente è come appare, tutto è fatalmente connesso in un romanzo densissimo che è insieme un thriller di spionaggio, un romanzo storico, una storia d’amore, un apologo morale e una tragedia classica. Al centro i temi della fedeltà e del tradimento, della divisione tra popoli e tra amanti, della labilità dei confini e dell’identità. Dunque, per ora la cena può avvenire solo sotto la superficie, di nascosto, al buio, in paziente attesa, mentre sopra infuria la battaglia.

 

L’autore.

Nathan Englander è cresciuto a New York e vive a Gerusalemme. Alcuni suoi racconti sono apparsi sul New Yorker e su Story. Pubblicata in contemporanea in otto Paesi dai maggiori editori, la raccolta di racconti Per Alleviare Insopportabili Impulsi (Einaudi 1999) ha rivelato alla critica e al pubblico un autore che come ha scritto Ann Beattie “ha una nuova voce che ha rivitalizzato interamente la forma racconto». La raccolta gli è valsa il PEN Malamud Award e il Sue Kaufman Prize for First Fiction. Tra gli altri suoi libri ricordiamo: Il Ministero Dei Casi Speciali (Mondadori 2007); Di Cosa Parliamo Quando Parliamo di Anne Frank (Einaudi 2012), vincitore del Frank O’Connor Award e finalista al Pulitzer Prize for Fiction 2013; Una Cena Al Centro Della Terra (Einaudi 2018).

 

2 thoughts on “Il cruento valzer arabo israeliano; una cena al centro della terra

  1. Un tema a dir poco scottante, su tutti i fronti, sia per chi legge, sia per chi scrive (romanzi o saggi che siano.. .), sia per chi parteggia per una parte piuttosto che per l’altra. Si può leggere e ascoltare tutto e il contrario di tutto. Ci si può fare un’opinione personale con la consapevolezza che si troverà sempre qualcuno di parere opposto.
    Leggete un libro, qualsiasi, di Grossman, o guardatevi film come: “Valzer con Bashir”, “Il figlio dell’ altra”, “Private” del nostro Costanzo…

    1. E’ assolutamente vero, è letteralmente un gomitolo inestricabile, ma consiglio di leggere questo libro perchè consente di percepire gli umori di chi ci vive, in quel gomitolo, la vita quotidiana, le speranze, le rimostranze e il disincanto che mai trapeleranno, così vivide, dalle parole frettolose di un tg o di un post in internet.

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