Lo tsunami del femminicidio: quando l’ossessione spazza via intere vite

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Lo Tsunami del Femminicidio: Quando l’Ossessione Spazza Via Intere Vite – E’ Passato Tanto Tempo – di Andre Dubus III.

 

Daniel, Susan e Lois sono vittime della fragilità della vita: padre, figlia e nonna sono i superstiti statici di una tragedia, il femminicidio, che ha reso il padre carnefice, certo, ma non meno vittima della propria debolezza, della propria paura e insicurezza, del proprio bisogno. Lui ha sempre affrontato i propri timori correndo loro incontro, incapace di attendere il loro realizzarsi, li ha sempre anticipati con i pugni e con l’ira, perché lui era il “reattore”, e non ha fatto eccezione nemmeno la paura di perdere la donna che amava, e le è corso incontro… Ha tolto così a se stesso il senso di vivere, e a sua figlia, Susan, la madre.

Femminicidio e perdita di una madre; quando affidarsi diventa un pericolo.

Come si continua a vivere dopo una cosa così? Ma soprattutto, si vive davvero o si attende solo il passare del tempo? Il lutto, la perdita lascia segni indelebili che solo la pazienza e l’elaborazione consapevole possono curare, ma come elaborare e fare pace con il dato di fatto che chi doveva proteggere e amare si è reso invece aguzzino e colpevole di tale immane perdita? Quale perdono e amore potrà elargire una figlia, a un padre pur paradossalmente amato ma necessariamente rifiutato? Come potrà mai affidarsi a un altro uomo, fidarsi del suo amore quando la devozione ha dimostrato di sottrarre e deprivare irreparabilmente? Meglio frequentazioni facili dunque, meglio la superficie pur col grigiore del vuoto che porta con sé: questa è Susan, dolente docente quarantenne che dopo una vita attende attonita quel padre carnefice che la vuole incontrare un’ultima volta.

Perdere un affetto e sopravvivere aggrappandosi al proposito di vendetta.

Come si continua a vivere dopo una cosa così? Quale piacere si può trovare nello scorrere del tempo se tua figlia non c’è più da quando si era affacciata alla vita adulta, e l’uomo che doveva  amarla e proteggerla te l’ha invece strappata e spezzata ancora ragazzina, insieme alla gioia di vederla farsi donna e madre? Cosa ci può essere di più distopico del fare da madre alla propria nipote, del gioire nel vederla crescere, e al tempo stesso contorcersi nel rammarico di sapere che la propria figlia si sta perdendo tanta bellezza? Quanto può risultare innaturale trovare la forza di andare avanti nel rancore e nel proposito di vendetta, nell’immaginare di fare a lui, un giorno, quello che lui ha fatto a lei? Questa è Lois, scorbutica ottantenne, appesantita e imbruttita, incattivita e avviluppata in una rabbia inestinguibile, nel suo piccolo negozio di antiquariato.

Vivere per espiare; il rimpianto eterno quale prezzo di un gesto avventato.

Come si continua a vivere dopo una cosa così? Quando il tuo unico senso e la tua unica gioia risiedevano nella tua donna e nella creatura generata insieme a lei, e le hai perse entrambe per tua stessa colpa? Quale gioia può sostituire l’amore per la propria famiglia, soprattutto quando il senso di colpa ti impedisce di vivere una vita che non meriti e che scambieresti volentieri con quelle che hai spezzato col gesto folle e avventato, quasi banale tanto è frequente, del femminicidio? Questo è Daniel, un’esistenza di espiazione tra carcere e assistenza agli anziani, nell’attesa agognata ma terrorizzante di vedere ancora una volta, prima di soccombere al male che lo consuma, la figlia che non si merita e che ha reso orfana.

 

CARA SUSAN

Lo cancella.

MIA CARA SUSAN

No, sembra troppo che lei gli appartenga. Che lui se la meriti.

SUSAN

No. Troppo freddo.

SUSAN FIGLIA MIA

Sì, è meglio. E’ la verità. Ma è ancora troppo freddo.

MIA CARA FIGLIA SUSAN

Esatto, no? Le quattro parole in questo ordine? Sebbene rimanga ancora la sensazione che stia rivendicando qualcosa che non è più suo secondo giustizia.

 

E’ Passato Tanto Tempo non è solo una storia di femminicidio, è un viaggio intimo e sofferto nell’interiorità martoriata di esistenze fragili e contraddittorie, è il loro tentativo di scendere a patti con una vita che di patti con loro non ne ha fatti, investendole in pieno col peso insostenibile della perdita e del rimpianto. Ed è in quello di Daniel, sulle sterminate strade cotte dal sole, verso un agognato e temuto incontro con la figlia ormai adulta, che il viaggio interiore si fa concreto, uno spostarsi dalla staticità mortifera in cui la tragedia aveva imprigionato i superstiti, verso una necessaria pacificazione, possibile solo nell’ardua accettazione dell’inestricabilità dei sentimenti, l’amore dal rancore, la gioia dal rimpianto, la colpa dalla redenzione. Narrato con prosa alta e a tratti così malinconicamente intima da commuovere,  il viaggio di Daniel, lo spostarsi del suo corpo violentato dal male verso il suo ineluttabile destino, verso la figlia perduta,  fa di questo romanzo un’opera lacerante sulla contraddittoria fragilità che è l’essenza stessa dell’essere umano; ma non solo, perché Dubus, con E’ Passato Tanto Tempo, ci regala anche un inno speranzoso, e dunque necessario,  alla resilienza e alla redenzione. Opera straordinaria, impegnativa ma imperdibile.

Luca

 

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paginerecensioni-tsunami-femminicidio-copertinaE’ passato tanto tempo
Andre Dubus III
Editore: Feltrinelli
Anno 2019
pagine 441|brossura
€19,50
EAN9788807033285

 

 

La trama.

Daniel Ahearn vive un’esistenza silenziosa in una cittadina della costa del New England. Quarant’anni prima, a seguito di un suo sconcertante impulso violento, la figlia Susan gli è stata strappata dalle braccia dalla polizia; l’accusa, femminicidio. Susan ora è una donna che soffre del trauma di una notte che non ricorda e lotta per trovare una stabilità, per trovare la forza di amare un uomo e creare finalmente qualcosa. Lois, la nonna materna che l’ha cresciuta, cerca di ritrovare pace nel suo negozio antiquario, in una pittoresca cittadina della Florida, ma non riesce a sfuggire alla sua stessa rabbia, all’amarezza e alla paura. Catartico, intenso e pieno di quell’empatia e di quelle annotazioni di carattere per le quali Dubus è celebrato negli Stati Uniti come in Italia, E’ Passato Tanto Tempo esplora come le ferite del passato disegnino ciò che siamo diventati e indaga i limiti del riscatto e del perdono.

 

L’autore.

Andre Dubus III insegna alla University of Massachusetts Lowell. È stato finalista al National Book Award con il libro La Casa di Sabbia e Nebbia (Piemme 2004), da cui è stato tratto il film omonimo, candidato a tre premi Oscar, e interpretato magistralmente da Ben Kingsley e Jennifer Connelly. Acclamato dalla critica come un capolavoro, I Pugni Nella Testa (Nutrimenti 2011) è entrato da subito nella best seller list del New York Times. Nel 2015 è uscito, sempre per Nutrimenti, L’Amore Sporco e nel 2019 E’ Passato Tanto Tempo (Feltrinelli 2019). Ha insegnato a Harvard, alla Tufts University e all’Emerson College di Boston.