Mia Fortezza e Mia Dolcezza

Mentre osservo in questo specchio
un corpo stanco, il mio riflesso,
muto ascolto il mio passato
il suon dei lutti, quel che ho patito.

Ma mai speme mi ha abbandonato
né la pugna spaventato:
cercavo un senso e una carezza,
e a un porto calmo sono approdato.
Tanto è il peso della vita, se in solitudine è vissuta:
sguardo azzurro e riccioli d’oro,
di gratitudine me l’han colmata.

Dolce moglie, mia adorata,
quanto invano ti ho cercata
che infine il fato, fortuna o Dio,
mi ti han donata.

Mentre scopro in questo specchio
un volto nuovo che è il mio riflesso,
muto ascolto il mio passato
il suon dei lutti, quel che ho patito…
Eppure adesso tanto son grato
se per raggiungerti un tal fardello è servito.

Invecchia con me, disse il poeta,
la stanchezza del corpo è la benvenuta
se nella mia mano riposa la tua, minuta.
Tanto dolce e soave è la vita,
se con te accanto, mia amata, è vissuta.

Così grato,
il mio cuore, gioioso, a te inneggia…
Lorenzina mia fortezza, Lorenzina mia dolcezza.

Tuo,

Luca