Il riscatto mancato dei ragazzi della Masseria

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Il Riscatto Mancato dei Ragazzi della Masseria – Divorare il Cielo – di Paolo Giordano.

Divorare il Cielo, il nuovo romanzo di Paolo Giordano, è un libro che si ama e si odia, è un libro strano che lascia perplessi e a volte indispone, ma che anche cattura con una prosa agile e brillante, seppur, rispetto ai precedenti romanzi, un po’ asciutta e scarna; la trama effettivamente va a braccetto con la prosa, appassiona e incolla alla pagina il lettore, lasciandolo però, in alcuni passaggi, esterrefatto, o meglio perplesso… Ma andiamo per gradi e scopriamo i ragazzi della Masseria.

I ragazzi della Masseria.

A Speziale, il paesino della Puglia che diede i natali a suo padre, Teresa passa le lunghe e noiose estati col genitore e con la nonna, fervida lettrice di gialli, fino al giorno in cui viene a contatto con l’atmosfera insolita della grande masseria confinante con la propietà di famiglia, ma soprattutto coi tre ragazzi che ci vivono, istruiti ad una filosofia religiosa quasi estrema dal padre di uno di loro: sono fratelli ma non di sangue, la vita li ha trattati male e in quel posto hanno trovato complicità e qualcosa in cui credere. Teresa è schiva e introversa, ma la calamita di quella specie di comune che è la Masseria non la lascerà più andare, invischiandola ancora di più in un rapporto viscerale e totalizzante, quasi una dipendenza con Bern, il più forte ma anche più fragile dei tre, il più carismatico ma anche disperato; il più innamorato ma forse, anche il più egoista. Poi gli anni passano, le stagioni si alternano e la vita e la tragedia li separano, lasciando come unico collante la memoria della vita in comune, degli ulivi, delle montagne di mandorle sgusciate, della terra accudita e coltivata, ma soprattutto il senso di libertà e appartenenza a un gruppo di anime sognatrici o forse solo illuse, che la vita costringerà poi a crescere divise, deluse da se stesse oltre che dagli esiti delle proprie aspettative. Ma incancellabile sarà, per Teresa, il marchio del sesso, la carne di Bern sulla sua, e la consapevolezza che due anime che si trovano, al di là degli esiti catastrofici di una relazione, sono un miracolo raro che devasta certo, ma che riempie forse di un senso non sempre facile da trovare. Teresa non lascerà mai quella terra dove tutto è cominciato, e il ricordo malinconico si scioglierà, col tempo, in qualcosa di nuovo e miracoloso, nella vita che si perpetua, testimoniando che nulla di ciò che è stato, sarà stato davvero vano.

Ribellione e riscatto.

Divorare il Cielo è un titolo che richiama l’eccesso, il non avere limiti, suscita la sensazione di una fame dolorosa, un bisogno di vivere consumando un lauto pasto che ci osserva senza farsi acchiappare, un miraggio di leccornie che per noi è sempre stato tale, appunto, un miraggio. La storia di questi ragazzi dalle vite desolanti e ingenerose è caratterizzata esattamente da questo, dal desiderio, o forse più un bisogno, di riscattarsi, di vivere a mille spezzando le consuetudini di un’esistenza imposta e sempre uguale; la comune che formano nella Masseria è un modo di vivere legato alla terra che ripudia la scienza e il consumismo, pesticidi e concimi sono banditi, la corrente elettrica se serve la si ruba ad un vicino ma soprattutto, ogni bene inutile creato dall’uomo va rifiutato e ripudiato. Le motivazioni e gli obiettivi però sono spesso illusori, non è sempre facile capire quando si desidera davvero qualcosa o se quella condotta abbracciata è semplicemente una ribellione nei confronti di un mondo che ci ha solo fatto del male e nei confronti di coloro che dovevano proteggerci e volerci bene, riuscendo solo a deluderci; presto la stanchezza e l’insoddisfazione infatti, fiaccherà la determinazione degli abitanti della Masseria mandando in frantumi quello che forse, in loro, era solo un sogno di ragazzi.

Amicizia, amore e dipendenza.

Un tema importante di questo romanzo è indubbiamente quello dell’amore e dei legami affettivi: il collante che a volte sembra legare i ragazzi è costituito più dalla condivisione di un passato disperante e dalla propensione ad un futuro di ribellione e riscatto, piuttosto che da reali e profondi rapporti di amicizia; l’astio, la competizione, l’invidia non mancano tra di loro, ma al tempo stesso sembra che la presenza di tutti e la comune tragedia instauri una fratellanza nonostante tutto, al di là del reale affetto. L’amore non fa eccezione, spesso è un prendere più che un dare, un bisogno soddisfatto e disperato, e quello che lega Teresa a Bern è evidentemente privo di tutto ciò che lo rende romantico e condiviso: Teresa vive una dipendenza totale e quasi ottusa, priva di gentilezze o riconoscimenti, sempre pronta a soddisfare e a piegarsi, come se l’essere scelta da Bern possa bastare a identificarla con un essere umano amato e desiderato, pur mancando in modo evidente di amore vero e desiderio, considerato lo scarso impegno del ragazzo alla fedeltà. Se Bern, pur dimostrando un maggior carisma rispetto agli altri ragazzi, non si discosta dal modello che li identifica e li rende bisognosi di divorare e consumare il mondo, Teresa invece, che viene da un vissuto borghese e benestante, vive il suo rapporto con Bern come un fine e non un mezzo, accettando supinamente gli umori di un ragazzo bambino che per vivere a mille consuma e divora persone e cose, Teresa compresa, anzi, Teresa soprattutto, lei davvero diviene mezzo, veicolo per sperimentare e scoprire, e addirittura per creare la vita… Complessa ragnatela di legami affettivi dunque, lei un amore ma più un bisogno, di essere riconosciuta e in un certo senso usata per il bene altrui; lui fragile, figlio di un costante equivoco che lo vuole forte e carismatico, un bambino che prende e getta via, che usa gli oggetti e le persone per sedare e tenere a bada il tormento e la tensione che dentro lo consumano, che consuma a sua volta la donna che gli sta accanto convinto di darle amore con la sua semplice presenza, egoista e bisognoso come ogni bambino.

Frenesia ed eccesso per personalità negative e sgradevoli.

Divorare il Cielo è il titolo perfetto perché comunica frenesia, eccesso, una fretta che raramente è accompagnata dalla ragione così come dal cuore; la giovane età e la sofferenza patita spesso sortiscono una miscela deleteria, e il riscatto ribelle a tutti i costi spesso non fa prigionieri ma solo vittime: per questo colpisce, ma in parte si spiega, come sia veramente difficile trovare un personaggio davvero positivo in questo romanzo, una figura che non risulti in qualche modo antipatica al lettore, eccetto forse Cesare, il padre di uno dei ragazzi, la cui figura amabile è però in parte viziata da un personale estremismo religioso un poco bigotto ed ingombrante. Ogni ragazzo è posseduto da un demone che prevale negativamente sulla sua personalità e sul suo destino; perfino Teresa, la protagonista, la cui infanzia non ha patito alcuna mancanza, si dimostra una persona remissiva e priva di grandi qualità e trasporti, se non quello dipendente e quasi completamente remissivo nei confronti di Bern.
Posso dunque spiegare quanto accennato in apertura di questa recensione, ovvero che Divorare il Cielo è un bel libro, che si legge con piacere fino in fondo perché la storia prende e la sua evoluzione interessa, ma al tempo stesso lascia a volte indisposti per l’eccessiva negatività di fatti e personaggi, regalando anche qualche momento di perplessità nel lettore, per situazioni a volte eccessive e francamente improbabili, su tutte il finale, nella prima parte piuttosto inverosimile, e poi, invece, addirittura scontato e già visto.

Luca

 

 

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paginerecensioni-divorare-riscatto-masseria-copertinaDivorare il cielo
Paolo Giordano
Editore: Einaudi
Anno 2018|pagine 430
€22,00
EAN9788806222277

 

 

 

La trama.

La prima volta che Teresa li vede stanno facendo il bagno in piscina, nudi, di nascosto. Lei li spia dalla finestra. Le sembrano liberi e selvaggi. Sono tre intrusi, dice suo padre. Bern, Tommaso, Nicola. Teresa si innamora di Bern, in lui c’è un’inquietudine che lei non conosce, la nostalgia per un’idea assoluta in cui credere: la religione, la natura, un figlio. Sono uno strano gruppo di randagi, fratelli non di sangue, ciascuno con un padre manchevole, carichi di nostalgia per quello che non hanno mai avuto. Il corpo li guida e li stravolge: la passione, la fatica, le strade tortuose e semplici del desiderio. Il corpo è il veicolo fragile e forte della loro violenta aspirazione al cielo. E la campagna pugliese è il teatro di questa storia che attraversa vent’anni, quattro vite, un amore. Coltivare quella terra rossa, curare gli ulivi, sgusciare montagne di mandorle, un anno dopo l’altro, fino a quando Teresa rimarrà la sola a farlo. Perché il giro delle stagioni è un potente ciclo esistenziale, e la masseria il centro esatto del mondo. L’amicizia fra maschi, la ribellione a Dio e ai padri, il desiderio e la rivalità: Divorare il cielo è un grande romanzo sul nostro bisogno di trasgredire, e tuttavia di appartenere costantemente a qualcosa o a qualcuno. Al centro c’è una generazione colma di vita e assetata di senso, che conosce tutto eppure non si riconosce in niente. Ragazzi con un piede ancora nel vecchio millennio, ma gettati nel futuro, alla disperata ricerca di un fuoco che li tenga accesi.

 

L’autore.

Paolo Giordano nell’anno accademico 2006 2007, ha conseguito la laurea specialistica in fisica delle interazioni fondamentali presso l’Università degli studi di Torino. Ha vinto una borsa di studio per frequentare il corso di dottorato di ricerca in fisica delle particelle, presso la Scuola di dottorato in Scienza e alta tecnologia del medesimo ateneo. È autore del romanzo La Solitudine Dei Numeri Primi (Mondadori, 2008 Premio Campiello Opera Prima, Premio Fiesole Narrativa Under 40 e Premio Strega 2008). Un suo racconto è incluso nell’antologia Dignità! Nove Scrittori Per Medici Senza Frontiere (Feltrinelli 2011).
Tra gli altri suoi romanzi ricordiamo Il Corpo Umano (Mondadori 2012), Il Nero e l’Argento (Einaudi 2014) e Divorare il Cielo (Einaudi 2018). La Solitudine Dei Numeri Primi ha inaugurato nel 2014 la collana innovativa della Mondadori Flipback.